Volendo cercare un’immagine che sintetizzi l’essenza di Varsavia non bisogna spingersi lontano. Essa infatti è là, pronta da cogliere e interpretare, e campeggia sullo stemma, replicato in migliaia di copie ovunque ci sia un edificio, un mezzo pubblico o un oggetto di arredo urbano in qualche modo connesso ufficialmente con la città, dalle panchine ai tombini, dalle fioriere ai cestini, dai tram ai monumenti: è la sirena armata di spada e scudo, che seduce ma incute anche un certo timore reverenziale, materna ma severa, aliena e familiare a un tempo.
Narra la leggenda che, per ringraziare i pescatori locali di averla liberata dalle grinfie di un avido mercante che per denaro voleva mostrarla nelle fiere, la sirena promise che da allora avrebbe sempre protetto il loro villaggio posto sull’alta scarpata a dominio della Vistola, nel punto in cui ora sorge il Castello Reale.
No, non bisogna cercare lontano: Varsavia sembra fatta proprio a immagine e somiglianza della sua sirena protettrice. Una città accogliente ma al tempo stesso distaccata quanto basta – borgo e metropoli insieme -, una città dalle diverse nature che si mescolano e convivono armonicamente una accanto all’altra: il vecchio e il nuovo, il retaggio del recente passato comunista e i nuovissimi, svettanti templi del capitalismo rampante all’americana (o alla cinese), una pacata compostezza nordica e un calore e una cordialità quasi mediterranei. Nelle sue parti più antiche e nei suoi angoli più appartati si respira una bellezza quieta e misurata, mai oleografica o stucchevole. Una bellezza che diletta gli occhi e nutre lo spirito, ma non intralcia la voglia di vivere e di fare. Perché Varsavia è anche la capitale di un Paese in rapida ascesa che non sembra conoscere crisi, il più grande cantiere d’Europa dopo Berlino, una città che ha grande cura del proprio passato, ma che guarda lontano, nel futuro, come dimostra la selva di grattacieli sorti in pochi anni in uno dei suoi centri, quello degli affari. Perché anche questa è una caratteristica di Varsavia: di non avere un centro, anzi di avere più di un centro, ognuno con la propria natura e la propria atmosfera, uno accanto all’altro, perché ciascuno, visitatore o residente, possa scegliere quello più vicino alla propria sensibilità e ai propri interessi.
In questo vasto mare cangiante di volti e nature, di umori e atmosfere, una sola cosa però è certa: a Varsavia non ci si annoia. Dopo il lavoro e nei weekend tutta la città sciama, si spariglia, si rimescola e si reincontra nei caffè, nelle birrerie, nei ristoranti dove si possono degustare le cucine di tutto il mondo, nei club e nelle discoteche, nei mille locali dagli arredi originali e fantasiosi, spumeggianti di musica, di sapori, di spettacoli e di eventi, di chiacchiere, di allegria e voglia di stare insieme.
Życzymy Państwu przyjemnego pobytu! Vi auguriamo un piacevole soggiorno!
Presentazione a cura di Roberto M. Polce, giornalista e autori di guide di viaggio