Anche se il tempo era poco abbiamo cercato di distaccarci dalle zone principali dei percorsi turistici. Volevamo conoscere la città nella sua vita quotidiana e abbiamo fatto alcuni giri in taxi e in tram in zone meno conosciute. Attraversando il quartiere finanziario, percorrendo Al. Solidarnosci e Al. Jerozolimskie, oltre alle zone circostanti la Stazione centrale dei treni.
E’ stato interessante notare il numero dei grattacieli di recente costruzione che conferiscono a Varsavia un aspetto moderno assimilabile a quello di alcune città americane, con mega pubblicità e tabelloni luminosi in ogni angolo. A questi si associano vecchi e fatiscenti palazzi diroccati, alcuni addirittura inabitati. Spesso sono i palazzi sopravvissuti alla distruzione della II Guerra Mondiale. Come se il tempo si fosse fermato restano a monito per le future generazioni.
Tra le zone più rappresentative è da non perdere un passaggio lungo Ulica Prozna, una breve via rimasta quasi intatta dalla fine della guerra. L’altro stile che si mescola è quello del periodo comunista, con l’architettura tipica del socialismo reale. A partire dal Palazzo del Cultura e della Scienza (Palac Kultury i Nauki) che domina centralmente tutta Varsavia ai palazzi residenziali di antica memoria.
L’architettura dei quartieri periferici spesso è di matrice sovietica, palazzoni tutti uguali e grigi, tristi e degradati. Così come le stazioni, inclusa la centrale, sono ancora di stampo comunista e forse troppo sporche e malandate per gli standard europei. La città è però anche un cantiere aperto e sono ingenti le riqualificazioni urbanistiche in occasione degli europei di Polonia e Ucraina del 2012. Tra queste la più imponente riguarda l’area dove è in costruzione lo stadio. Un’immensa struttura che si vede anche dal centro cittadino.